Apriamo con un’immagine contenente questa citazione di Freud, una nuova riflessione sul tema delle emozioni e della consapevolezza emozionale.

E’ vero, spesso tratteniamo l’espressione ed ancor più spesso l’ascolto interiore delle nostre emozioni perché in realtà le conosciamo poco, ed anche perché spesso  interpretiamo (o siamo stati educati ad interpretare) le emozioni come una “debolezza” per la quale l’altro potrebbe criticarci o, ancor di più, rifiutarci, allontanandosi da noi.

In realtà il primo e più severo “giudice morale” è dentro noi stessi, ed è a lui per primo che dobbiamo insegnare a sorridere ed ad abbracciare ed amare ciò che realmente siamo e sentiamo nell’interiorità.

E’ bene precisare che conoscere se stessi e le proprie emozioni significa saper riconoscere e quindi scegliere il modo ed il tempo più opportuno per esprimerle e/o valutare il messaggio che ci inviano.

 E’ la  consapevolezza emozionale che ci permette di non chiudere le porte del cuore ma anche di farlo in modo “sano”, nel rispetto di noi stessi, dell’altro e del contesto in cui siamo in quel momento. La consapevolezza emozionale ci porta a valutare l’opportunità, e quindi magari anche a decidere di rimandare il momento in cui daremo voce alla nostra emozione.

Tuttavia  questo non significa soffocare le emozioni, ma accoglierle come energia sempre positiva che ci sostiene nella scelta del nostro cammino vitale.

Soffocare le emozioni con la chiusura dell’ascolto interiore invece porterà sempre o quasi a ciò che cita Freud: prima o poi, semplicemente, l’emozione esploderà o imploderà, facendo comunque un bel “botto”! Purtroppo a quel punto non sarà più energia “creativa”, ma più facilmente “distruttiva”.

La consapevolezza è la base: se siamo consapevoli saremo in grado di “vedere” molte cose in molti modi tutti nuovi.

…e poi, come cita Victor Hugo: “La suprema felicità della vita è la convinzione di essere amati; amati per se stessi, anzi, diciamo meglio, amati malgrado se stessi…”

Impariamo ad amare noi per primi i nostri “malgrado” ed inizieremo realmente a capire cosa significhi sentirsi “liberi”: liberi di Essere, liberi di fluire, liberi di amare e di essere amati nella nostra, personale, “Verità”.

Queste naturalmente sono solo piccole riflessioni, tuttavia possono fare la differenza nel nostro approccio alla vita che dovrebbe essere sempre e comunque con il sorriso!

In fondo la prima regola per vivere bene con noi stessi e con le nostre emozioni è riuscire a non prendersi mai troppo sul serio ed a saper sorridere, con amore e comprensione, di noi stessi, facendo della nostra vita una vita di “scelta” e non semplicemente di totale arrendevolezza nei confronti di quello che riteniamo il nostro più o meno benevolo destino”.

Un abbraccio. Patrizia

(Patrizia Gelli: Counsellor della Gestalt Psicosociale; Esperto nella Comunicazione e nella Gestione delle Risorse Umane; Insegnante Yoga e Meditazione metodo Satyananda)